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Biologi, no ai test veloci in farmacia: iniziative legali

Farmacia Redazione DottNet | 23/10/2020 18:28

D'Anna, vengono eseguiti in luoghi inidonei: "intervengano Nas e ispettori Asl"

L'Ordine nazionale dei Biologi scende in campo in merito ai test 'veloci' nelle farmacie per la diagnosi del Coronavirus. Il presidente dell'Ordine, senatore Vincenzo D'Anna, sta infatti valutando iniziative legali "affinchè vengano revocate le disposizioni". L'intento, spiega in una nota, è da un lato "tutelare la salute dei cittadini ed in secondo luogo, la professionalità di quanti (biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il Ssn". Secondo D'Anna, "tali tipi di esami presentano varie criticità riguardanti la possibilità di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l'alta quantità di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificità dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali".

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Il rappresentante dei Biologi italiani si chiede "come si possa autorizzare", "in un momento di massimo allarme per l'aumento del numero dei contagi", l'esecuzione di screening fallaci con metodiche invasive, in ambienti certamente non idonei come le farmacie". "In detti ambienti - incalza D'Anna - il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, così come accaduto, ad esempio, con le scuole?". "Crediamo che in quelle regioni dove questa inopportuna pratica diagnostica è stata autorizzata, la sussistenza o meno di tali requisiti, debba essere accertata dai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri e dai nuclei ispettivi delle Asl", conclude D'Anna. 

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